Storia di una pianta

STORIA DI UNA PIANTA

La pianta di cui desidero parlarvi è un ginepro comune (juniperus communis), specie molto ricercata dai bonsaisti, ma difficile da reperire, poichè nei vivai è difficile trovare materiale interessante, e in natura, pur trovandosi a volte esemplari spettacolari, soprattutto in zone impervie di montagna, le radici estremamente fittonanti ne rendono impossibile la raccolta con ragionevoli possibilità di sopravvivenza.
Il ginepro è particolarmente apprezzato quando, in esemplari molto vecchi, mostra formazioni di legno secco che contrastano con l’aspetto della corteccia, liscia e di colore rosso bruno, e con la vegetazione aghiforme minuta dal colore verde – glauco. La dimensione degli aghi, molto corti, e la finezza della ramificazione consentono di ottenere dei bellissimi bonsai anche molto piccoli, meno di dieci centimetri di altezza (mame bonsai).
L’esemplare di cui parliamo è stato raccolto nel novembre del 1995, durante una gita nell’Appennino Ligure, intorno ai 500 metri di quota. La pianta aveva attirato l’attenzione per la sezione principale del tronco, molto sinuosa e con presenza di legno secco naturale.
Verificata la natura del terreno, leggero e ricco di humus, e la presenza di capillari, che lasciavano prevedere un attecchimento non difficile, la pianta fu facilmente raccolta dopo una sommaria cimatura, con un pane radicale discreto.
Dovendo comunque superare l’inverno, fu sistemata all’ombra in un grande contenitore di plastica con pomice grossolana pura e una mini serra costituita da due fili di alluminio incrociati e fissati al vaso coperti da un sacchetto di nailon trasparente.

Dicembre 1995.  La pianta dopo la raccolta con la mini serra aperta

Per tutto l’inverno non fu quasi necessario bagnarla, e a marzo inoltrato cominciarono a comparire i primi cenni di germogliazione, così la pianta fu liberata dalla mini serra e spostata gradatamente al sole. Nel frattempo ci fu tutto il tempo di studiarla e si decise di eliminare alcuni rami troppo dritti e cilindrici e convertirli in jin.
Un grande vantaggio del ginepro rispetto ad altre conifere, come ad esempio il pino, è che, soprattutto in risposta a potature energiche, ricaccia germogli nuovi anche da rami molto vecchi e persino dal tronco.
Dopo una stagione vegetativa, visto il vigore di crescita, fu eseguita una sommaria impostazione con messa in opera di tiranti e un po’ di filo; dopo due stagioni fu rinvasata in terreno di granulometria più piccola, verificando la crescita eccezionale dei capillari ed eliminando le poche radici grosse; da allora il rinvaso viene effettuato ogni due – tre anni.

 

Febbraio 1998. Il primo rinvaso già in vaso bonsai consentito dalla abbondanza di capillari e dall’assenza di radici grosse

Marzo 2000. Dopo il secondo rinvaso in vaso più piccolo ma ancora troppo pesante; i rami principali sono già posizionati, devono solo infoltire con adeguata manutenzione

Ottobre 2002.  Il rinvaso in un contenitore adeguato, si vede come l’apice sia seccato spontaneamente e lo si è trasformato in jin apicale, la chioma comincia ad acquistare densità

Gennaio 2005.  Dopo la rottura accidentale del vaso durante l’estate, la pianta è stata rimessa nel contenitore precedente, si nota come a distanza di due anni la densità è quasi ottimale

Ginepro comune, altezza cm. 12 Settembre 2006. Trovato un vaso nuovo particolarmente adatto che la valorizza, la pianta richiede ancora un migliore trattamento del legno secco