Rinvaso

RINVASO

La finalità del rinvaso è quella di rinnovare il terriccio e ridurre l’apparato radicale favorendo lo sviluppo dei capillari che sono fondamentali per alimentare la pianta.

Inizialmente: un apparato che presenta radici grosse e lunghe viene gradualmente trasformato in un apparato radicale composto da radici fini.

Andando avanti nel tempo: lo spazio del vaso è limitato e le radici crescono riempiendo lo spazio disponibile; non c’è più un buon assorbimento dell’acqua e delle sostanze nutritive, il substrato si degrada e diventa compatto compromettendo fortemente l’ossigenazione delle radici.

La frequenza del rinvaso dipende dall’età, dalla specie e dal terriccio utilizzato precedentemente e naturalmente dalla fase in cui è il bonsai: in formazione il rinvaso deve essere più frequente, nelle fasi più avanzate meno. Indicativamente si può assumere:

  • Caducifoglie ogni 1-2-3 anni
  • Conifere ogni 2-4 anni

La stagione: in generale si procede al rinvaso a primavera, quando cominciano a gonfiarsi le gemme,o in alternativa, specialmente per alcune specie, in autunno quando le foglie sono ingiallite.
Il vaso per il bonsai, come per una qualsiasi pianta, ha la funzione di contenitore del substrato necessario ad assicurare la vita e la buona salute della pianta. Per questo scopo esclusivamente funzionale possono essere utilizzati vasi di qualsiasi foggia e materiale tenendo presente che quelli in plastica non traspirano, mentre quelli in gres sono i migliori, anche rispetto a quelli in terracotta. Tuttavia, poiché come abbiamo visto il bonsai ha significati prevalentemente estetici, viene il momento in cui la pianta raggiunge un livello tale da richiedere l’abbinamento con un vaso che ne valorizzi l’espressività e la bellezza. Tale abbinamento è sottoposto ad una serie di regole da tenere presenti, ma da non interpretare troppo rigidamente; in ogni caso la capacità di scelta del vaso appropriato si acquisisce con il tempo, l’esperienza e l’osservazione di esempi. Si fa comunque un cenno alle principali regole da osservare per la scelta del vaso:

  • il vaso non deve attrarre troppo l’attenzione a scapito della pianta;
  • l’altezza, in linea di massima, corrisponde al diametro del tronco alla base, la larghezza ai due terzi dell’altezza della pianta o, se quest’ultima è più larga che alta, ai due terzi della larghezza;
  • I boschi o gruppi di piante vogliono vasi molto bassi e ampi ed in genere ovali, mentre le piante a cascata esigono vasi stretti e profondi. Le piante con forma e chioma arrotondata preferiscono vasi rotondi od ovali mentre piante con forme drammatiche, legna secca, e prevalentemente conifere, richiedono vasi con profili spigolosi e rettangolari;
  • tutte le conifere richiedono vasi di gres naturale non smaltato di colore bruno, rosso o grigio
  • per le caducifoglie si usano, salvo poche eccezioni (piante molto vecchie e importanti), vasi smaltati del colore che meglio si abbina a particolari caratteristiche delle stesse.

Il terriccio ha ovviamente un ruolo fondamentale nella coltivazione del bonsai. Le caratteristiche a cui deve rispondere il terriccio per ciascuna pianta, e cioè Ph (grado di acidità o basicità) – fabbisogno idrico – frequenza delle bagnature – età della pianta, si ottengono preparando una miscela di diversi componenti i principali dei quali sono:

  • humus: sostanza organica che costituisce il terreno e che è una miscela di vari prodotti di decomposizione di sostanze organiche;
  • akadama: è un terriccio simile all’argilla che viene estratto e preparato in Giappone. Ha Ph neutro e richiede frequenti annaffiature e fertilizzazione con prodotti organici;
  • kanuma: terriccio di origine vulcanica a Ph acido e forte potere drenante, proveniente dal Giappone;
  • pomice: terra vulcanica composta da granuli leggeri e porosi, ricca di microelementi. Favorisce la radicazione e l’assorbimento delle sostanze nutritive;
  • torba: materiale ricco di sostanza organica solo parzialmente decomposta. E’ largamente usata in giardinaggio ed è particolarmente adatta alla coltivazione di acidofile per il suo basso valore di Ph (3.5). Ha elevata capacità di ritenzione idrica ceduta nel tempo.
  • sabbia: favorisce molto lo sviluppo radicale, permettendo una aerazione ottimale del terriccio. Per i bonsai si usano sabbie di fiume o di roccia frantumata o disgregata.

Il terriccio viene selezionato a diverse granulometrie, utilizzando i grani più grossi per lo strato drenante di fondo e finendo la superfice con i grani più fini (1÷2 mm). Particolare cura si deve mettere nell’eliminazione della componente polverulenta che porta alla compattazione del terreno ed all’asfissia delle radici.

Fasi in cui il rinvaso può essere schematicamente suddiviso (Le foto che accompagnano queste note si riferiscono ad una lavorazione di gruppo del nostro Club, rinvaso di un cotoneaster, effettuata in una serata di aprile 2003):

La pianta da rinvasare e i diversi terricci (drenaggio, etc)

1. – Preparazione del vaso: scelta (tenendo conto dei criteri esposti in precedenza), posizionamento delle retine sui fori di fondo (per prevenire la perdita di terriccio e impedire l’ingresso di parassiti) e dei fili di fissaggio della pianta (fondamentale per prevenire qualsiasi movimento che possa creare danni ai capillari e difficoltà di crescita delle radici – se non sono previsti appositi fori si useranno i fori di drenaggio);

 

La preparazione del vaso

Il composto grossolano per il drenaggio

 

2. – Preparazione della pianta: estrazione dal vaso e verifica dello stato delle radici, pulizia del pane radicale (con bastoncino di bamboo ed eventuale lavaggio con getto d’acqua nei casi di rinvaso a radici nude) e potatura delle radici (eliminazione di quelle grosse e di quelle morte, riduzione del pane radicale ed eventuale sistemazione delle radici esterne alla base del tronco);

La svasatura

La pulizia del pane radicale

L’accorciamento delle radici

Il ceppo ridotto

3, – Posizionamento della pianta nel vaso (non posizionare mai la pianta nel punto centrale del vaso o nei due quadranti anteriori), ancoraggio, riempimento e compattazione del terriccio (con bastoncino di bamboo facendo attenzione a non lasciare sacche d’aria nel terreno);

Il posizionamento della pianta

Il riempimento del vaso con akadama

Il fissaggio della pianta con bastoncini e fili

4. – Finitura (pressatura del terriccio, eliminazione di radichette che fuoriescono, pulizia superficiale) , muschiatura (talvolta rinviata a dopo l’assestamento del terreno) e annaffiatura (a pioggia finchè l’acqua fuoriesce pulita dai fori di fondo del vaso).

 

Il risultato finale